Popoli del mondo. I Vezo del Madagascar

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I Vezo del Madagascar il popolo del mare

Il popolo Vezo, di origini asiatiche, vive da 1000 anni nel Canale di Mozambico, lungo la costa occidentale del Madagascar nella zona che va da Anakao a Morondava. E’ un popolo semi-nomade che trae sostentamento dal mare. Gli uomini pescano a bordo di piroghe di legno a bilanciere con la vela quadrata, che diventano tende sotto cui ripararsi la notte quando si è lontani dal villaggio.

Una leggenda narra che i Vezo siano figli di una bella sirena e di un pescatore che in tutti i modi tentò di tenerla in casa. Un giorno lei lo convinse a portarla in barca, una volta lontani dalla riva saltò in mare e non tornò mai più. La disperazione del pescatore era alleviata solo dalla presenza dei loro figli, i primi Vezo. Ancora oggi si dice che vadano per mare alla ricerca della loro madre…

Vivere con il mare

Le donne cacciano polipi, raccolgono cetrioli di mare e si occupano di seccare su stenditoi il pescato, gamberetti, pesci, polipi; l’operazione rende i prodotti conservabili senza bisogno di altri accorgimenti. Dalle mangrovie ricavano il legno per costruire villaggi di capanne; in tempi recenti il pavimento di terra è a volte sostituito da calce ottenuta da conchiglie cotte in un forno.

Si mangia per terra, vicino alla capanna o sotto a un mango, i pasti sono cucinati all’aperto. La dieta è principalmente costituita dal pescato e dal riso che le donne scambiano nei mercati con i Masikoro, il popolo agricolo dell’interno a prezzo di parecchie ore di cammino. I Vezo sono il popolo del mare, i Masikoro quello delle terre. I contatti tra le genti come i matrimoni sono frequenti spesso caratterizzati da derisioni a proposito delle loro specialità… i Masikoro finirebbero annegati dato che non sanno governare le piroghe e I Vezo morti di fame dato che non si curano delle coltivazioni.

Il nostro primo incontro con i Vezo avviene al villaggio di Salary, dopo un’intensa giornata in auto trascorsa sulle piste. Poco prima del tramonto rientrano le piroghe cariche di pesce e possiamo assistere al trasporto da parte delle donne di grandi pesci in equilibrio sulla testa circondate da nugoli di bambini vocianti.

Tra il popolo del mare si dice che Vezo non si nasce, ma lo di diventa. La scuola dei bambini è l’acqua. Quando cominciano a nuotare bene, a pagaiare, a costruire le piroghe, a pulire il pesce, a gettare le reti allora i bambini piano piano diventano un po’ Vezo. Sulle spiagge nei pressi dei villaggi si vedono spesso bambini giocare nell’acqua con piccole piroghe giocattolo imitando i gesti dei padri. 

Lakana – la piroga

Sulla spiaggia di Anakao invece conosciamo Haja che sta costruendo una piroga, in malgascio lakana. Le più semplici sono scavate in un unico tronco, lunghe, strette dalla linea filante adatte a contenere uno o due pescatori e sono usate per la pesca costiera.

Le piroghe più caratteristiche sono però quelle a bilanciere sullo scafo vengono aggiunte delle tavole alle quali si aggancia con un complesso sistema di corde e incastri il bilanciere, realizzato in legno massiccio. Al centro della piroga si trova una tavola a 5 fori nei quali trovano posto i due pali che sorreggono la vela. La vela è spesso un semplice telo, a volte ricavata dai sacchi del riso. Le piroghe più piccole sono usate per la pesca, altre più grandi per il trasporto del pesce dai villaggi alle zone di concentrazione del pescato, quelle molto grandi per il trasporto di merci o quando un intero villaggio decide di spostarsi.

Per saperne di più sul popolo Vezo:

Leggi l’articolo sulla rivista Africa – Madagascar i nomadi del mare

Esplora su Google Earth il villaggio di Lamboara